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Quella che qui viene presentata è l’edizione critica di due codici autografi di Giovan Battista Giraldi Cinthio conservati presso la Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, i quali contengono annotazioni finora inedite all’Orlando furioso. Scritti entrambi in un momento (imprecisato) a ridosso del 1556, essi si situano all’interno di un periodo e di un di panorama letterario del tutto particolari e interessano tanto la figura del letterato ferrarese, che si arricchisce di altri scritti in materia di Romanzi e di esegesi critica, quanto il poeta al centro della sua attenzione, ovvero Ludovico Ariosto, che viene così ad acquisire un nuovo commento alla propria opera, sia pure sui generise incompleto, valido anche come testimonianza della sua straordinaria ricezione. Le annotazioni giraldiane prendono senso soltanto se rapportate all’ampio dibattito sorto attorno al poema ariostesco verso la metà del secolo, che vede tra i protagonisti figure quali Giovambattista Pigna, Lodovico Dolce e Girolamo Ruscelli, tutte in vario modo legate al mondo dell’editoria veneziana: figure con le quali Giraldi dialoga, si confronta e non di rado si scontra. La sua voce, che cerca di farsi sentire, restando di fatto fin qui inascoltata, non mancherà di stupire il lettore moderno per la sua schiettezza, l’acume critico e, non ultima, per la sua umanità: quella di un intellettuale disposto a un certo punto a battersi strenuamente per far valere il proprio onore, non meno che per rivendicare, cercando di tutelarli, i propri diritti di scrittore.